Il futuro dell’accesso agli edifici sono davvero i codici QR?

 

Gareth Robinson Gareth Robinson, 03. 01. 2022 | 6 min leggere

Oggi come oggi, i codici QR sono praticamente ovunque e vengono sfruttati molto spesso per semplici collegamenti a web o per accelerare i pagamenti tramite mobile banking. Per non parlare del loro impiego in relazione alle misure contro la diffusione della pandemia. Pochi però sanno che i codici Quick Response possono essere utilizzati anche per controllare l’accesso agli edifici. Quali sono i vantaggi e svantaggi di questa soluzione?

QR code

 

Il funzionamento è assai semplice. L’amministratore del sistema di gestione degli accessi invia al visitatore un codice via e-mail. Dopo di che, al momento dell’accesso all’edificio, il visitatore non fa altro che mostrare il codice (sul telefonino) al lettore QR o al video citofono. Si tratta di una soluzione elegante e conveniente soprattutto per assegnare in remoto le credenziali di accesso una tantum o comunque limitate nel tempo. Nessun bisogno dunque di incontrarsi di persona, consegnare schede RFID e poi restituirle in portineria. Una volta scaduto l’intervallo di tempo impostato dall’amministratore, il codice QR perde la propria validità e sarà inutilizzabile.

I codici QR consentono all’amministratore del sistema di definire comodamente vari tipi di autorizzazioni e limitazioni per vari tipi di visitatori. In pochi secondi, l’amministratore imposta le credenziali di un accesso singolo o ripetuto, o eventualmente inserisce delle limitazioni in termini di tempo o zone specifiche del complesso in questione. Per esempio, il corriere otterrà un codice QR per un accesso singolo e solo al portone principale, mentre la donna delle pulizie che passa solo il mercoledì tra le 6:00 e le 8:00 del mattino riceverà un codice che le consente di entrare solo in quel determinato lasso di tempo. La signora sarà magari autorizzata ad accedere ovunque, tranne alla sala dei server. E poi ci sono i tecnici dell’assistenza che devono riparare l’impianto dell’aria condizionata al 3° piano. A loro bisognerà assegnare un codice QR che consenta un accesso singolo e unicamente al 3° piano.

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QR code

I codici QR sono sempre più apprezzati anche al di fuori dei grandi edifici adibiti ad uffici, dove gli amministratori esperti gestiscono gli accessi di centinaia di persone a varie parti del complesso attraverso interfacce piuttosto sofisticate. Oggi, grazie alle applicazioni mobili, è possibile inviare un codice QR per accesso singolo, ad esempio, ad un amico che vi ha promesso di innaffiare le piante mentre siete in vacanza o fuori città. Ovviamente, bisogna prima installare un lettore di codici QR o un citofono specifico in casa vostra.

I 3 vantaggi principali dei codici QR nei sistemi di gestione degli accessi

  • Contactless – nessuna necessità di incontrarsi fisicamente, avviene tutto online. Il codice QR viene inviato dall’amministratore all’utente via e-mail attraverso il sistema. L’e-mail può anche contenere informazioni aggiuntive (istruzioni per l’uso del codice QR oppure delucidazioni per orientarsi nell’edificio una volta entrati).
  • Touchless – per accedere all’edificio, l’utente non deve toccare nulla sul lettore o sul citofono. Dovrà afferrare solamente il proprio cellulare per avvicinarlo al lettore o alla telecamera del video citofono.
  • Keyless – l’utente che si appresta ad accedere non ha bisogno di alcun oggetto speciale (chiave, scheda RFID). Basta lo smartphone che abbiamo sempre in tasca. Di sicuro apprezzerete anche la riduzione dei costi di gestione, dato che non sarà più necessario acquistare chiavi o schede RFID.

È finita l’era delle schede RFID e dei dati biometrici?

Facciamo un piccolo confronto tra i codici QR e le altre modalità più comuni di controllo degli accessi

PIN vs QR code

Sono due tecnologie di accesso assai simili tra loro. Anche i codici PIN sono utilissimi per concedere autorizzazioni per accesso singolo o limitato nel tempo. Anch’essi possono essere distribuiti via e-mail e anch’essi possono essere facilmente condivisi dall’utente con eventuali persone non autorizzate. Il codice QR però permette l’autenticazione senza contatto. Per la lettura del codice basta infatti un video citofono provvisto di telecamera di qualità.

RFID vs QR code

Le schede RFID continuano ad essere la modalità più utilizzata per il controllo degli accessi. Quando c’è da assegnare autorizzazioni ad accessi singoli o limitati nel tempo, notiamo una certa macchinosità. Bisogna infatti consegnare fisicamente la scheda all’utente che, a sua volta, sarà tenuto a prendersene cura. E quante volte succede che la perde... In termini di sicurezza, la scheda RFID risulta un tantino più efficace. Per copiarla ci vogliono software speciali non eccessivamente cari, ma comunque non alla portata di chiunque. A differenza del codice QR, la scheda RFID non può essere inviata via e-mail o con Whatsapp.

Biometria vs QR code

Oggigiorno, l’impiego delle impronte digitali o della scansione del volto per accedere ad un edificio è diventato un tema forse ancora più controverso di quanto non lo fosse all’epoca della sua invenzione. L’abuso di dati biometrici è molto pericoloso, perché l’utente non ha la possibilità di modificare le proprie impronte digitali o il proprio volto. Il ricorso a questa modalità per accessi singoli è dunque discutibile. Quanto a comodità, di sicuro è il metodo ideale, poiché l’utente non deve avere con sé assolutamente nulla. Tornando agli accessi singoli, la biometria risulta del tutto inadeguata. Non è infatti possibile “inviare” in anticipo le impronte digitali o la scansione facciale, ma bisogna dapprima leggere e caricare tutto nel sistema con l’ausilio di un lettore esterno. La tecnologia di riconoscimento del volto è inoltre molto costosa e non sempre di qualità. Si rischia magari che il sistema reagisca anche a semplici fotografie della persona in questione.

Bluetooth vs QR code

L’accesso tramite telefonino (Bluetooth) ha tutti i lati positivi del codice QR: nessun contatto, nessun tocco, nessuna chiave o scheda. Sembra essere anche molto sicuro, poiché non è possibile copiare i dati di accesso da Bluetooth, a meno che l’utente non dia il proprio telefonino ad un’eventuale persona non autorizzata. L’inconveniente del Bluetooth è che l’utente deve avere una speciale applicazione nello smartphone per poter accedere all’edificio. È vero che per scaricare un’applicazione del genere ci vogliono pochi secondi, ma non sarebbe una cosa che gli utenti farebbero volentieri.

Risultato?

Il codice QR è la soluzione ideale, rapida e sicura per l’accesso singolo o limitato nel tempo ad un edificio. Per gli accessi regolari e ripetuti (nel tipico caso dei dipendenti fissi), di sicuro andrà meglio un altro tipo di tecnologia. Ad ogni modo, i citofoni di oggi consentono l’impiego simultaneo di tutte le opzioni sopra descritte. Pertanto, gli amministratori dei sistemi di accesso negli edifici adibiti ad uffici dovrebbero senz’altro inserire il metodo QR nel proprio arsenale, accanto alle tradizionali schede RFID.  Si risparmia un sacco di tempo.